Papà non c'è più...

Sabato 16 febbraio mio padre se n'è andato...
E' stata una cosa improvvisa, è cominciata come una banale polmonite e in meno di un mese si è "evoluta" in una infezione che lo ha portato a spegnersi, non mi dilungo perché sinceramente ad oggi mi sembra decisamente inutile.
Sono stato molto indeciso se scriverne o no, anche adesso che sono davanti alla tastiera non so se qualcuno leggerà mai queste righe, è stato un periodo difficile, lo è ancora, e mi sono chiuso verso tutto e verso tutti, non lo so se c'è un modo giusto di affrontare il dolore, ma in questo momento la condivisione non mi sembra quello più adatto a me.
D'altra parte ci sono molti di voi che mio padre l'hanno conosciuto e che hanno tutto il diritto di sapere che non c'è più, in particolare quelli di voi con cui ho condiviso la giovinezza, avrei voluto dirvelo prima, magari parlandovi singolarmente, ma sinceramente non ce l'ho fatta, e ancora è una cosa molto difficile per me parlarne.
Perché la perdita di un genitore non si può spiegare, e non si può accettare, nella vita lo sai che può succedere, è nell'ordine naturale delle cose, ma non la capisci nemmeno quando ci sei dentro, perché magari ad un certo punto guardi la ringhiera del balcone e vedi che è da riverniciare e la prima cosa che pensi è "devo chiedere la smerigliatrice a papà", e invece no, la smerigliatrice, che lui ha sempre e solo chiamato "frullino", non gliela puoi chiedere più, e ti trovi in cucina a piangere davanti alla ringhiera del balcone che non hai nessuna voglia di verniciare.
Comunque ripeto, ho pensato che fosse giusto dirvelo, il senso di quello che ho scritto è solo questo, e se mi chiedete come sto la risposta sarà come sempre "tutto a posto", ma la ringhiera per adesso rimane così...