La bellezza della negatività del grunge
Ho conoscito la musica grunge nel 1992, andavo ancora al liceo e un giorno sono andato a prendere la mia ragazza con la mia panda 30 nera, lei non ha fato in tempo nemmeno a salutarmi che è entrata in macchina porgendomi una cassetta (eh si, un nastro magnetico :-) ) "intimandomi" di metterla subito, l'album era "Ten" dei Pearl Jam ed in particolare "dovevo" ascoltare Alive, e mentre eravamo lì, parcheggiati in mezzo alla strada a sentire questo pezzo, lei mi diceva piano il significato del testo...
Difficile dire ora cosa pensavo, pensavo che era una canzone troppo triste per essere bella, eppure era così bella anche perchè era così triste.
E per me è stato quasi sempre così con il genere grunge (ok, forse non si può definire un genere, non era omogeneo, indefinibile musicalmente etc. etc. non ci andiamo ad impelagare in discorsi del genere le etichette ci piacciono poco ma per questo post le tolleriamo, ok?)
Dicevo, ho sempre avuto una grande conflittualità con questa musica, era abbastanza diversa da quello che si sentiva in giro all'epoca, a volte ti trovavi di fronte a brani pazzeschi, con un energia travolgente di quelli che non puoi fare a meno di alzare il volume, brani in cui i watt non bastano mai e che avevano dentro una forza davvero esagerata, canzoni che non potevi non amare, e che ancora adesso mi fanno lo stesso effetto.
E poi... poi c'erano quei brani che portavano dentro di loro una tale rabbia, tristezza e sofferenza che non riuscivo quasi ad ascoltarli, è normale che in un disco di dieci/dodici brani ce ne sia qualcuno che ti piaccia di più e qualcuno meno, ma mai questa differenza è stata così grande per me come per i dischi dei Nirvana, dei Pearl Jam o degli Alice in Chains.
Eppure tutta questa rabbia, questo sentimento di angoscia e questa tristezza non erano fini a se stessi, erano positivi, oltre ad esprimere un sentimento di protesta contro l'establishment politico e culturale del momento, secondo me hanno contribuito in modo essenziale al grande successo che hanno avuto i gruppi di cui parlavo prima e cercherò di spiegarvi perchè ho questa idea.
Intanto c'è da dire che in molti brani si parlava di quelle che possono essere le "normali" tragedie qutidiane che tutti noi abbiamo vissuto, il divorzio dei genitori o la morte di uno di loro, la sensazione di inadeguatezza di fronte ai nostri coetanei, il bullismo che oggi va tanto di moda... Insomma era una specie di urlo che proveniva dal basso, dal fondo del barile direi e sopratutto dalla quotidianità.
Io ero un adolescente incazzato in quel periodo, profondamente incazzato, direi, anzi ero talmente incazzato con il mondo che nemmeno mi rendevo conto di quanto effettivamente lo fossi, e con me lo erano gran parte delle persone che conscevo e che frequentavo, un classico disagio giovanile si potrebbe dire, niente di nuovo, ma sentire che ci sono ragazzi come te che, a migliaia di chilometri di distanza, pur proveniendo da luoghi diversi e da una cultura diversa hanno lo stesso disagio che hai tu e lo cantano nelle loro canzoni che vendono milioni di dischi ti legittima, non è solo il fatto di non sentirsi soli a provare certe emozioni, è un qualcosa di più profondo, e che magari ti fa pensare che non sei tu che sei sbagliato, ma anzi magari hai proprio tutte le ragioni di essere incazzato e non sei solo tu, non sono solo io, siamo in tanti tutti leggittimati, tutti speciali come delle rock star!
A volte vorrei davvero sapermi esprimere meglio e oggi è una di quelle volte...