La "bit" generation - 22 dicembre 2010
Giorni fa sono stato al cinema a vedere "stanno tutti bene", un film con Robert De Niro, al di là del giudizio generale che si può esprimere, quello che mi ha colpito di più mentre guardavo il film è stato il riferimento, non so se diretto o indiretto, voluto o non voluto, al famoso libro di Jack Kerouac "sulla strada" (on the road). I protagonisti delle due opere attraversano entrambi gli stati uniti da New York a Chicago, passando per Denver per arrivare nella parte più trasgressiva degli stati uniti che se nel caso di Kerouac è rappresentata dalla California, nel film con De Niro si manifesta con Las Vegas. Entrambi viaggiono verso quello che nell'immaginario collettivo americano rimane sempre il "Selvaggio West" ed entrambi lo fanno via terra, senza bruciare le tappe ma cogliendo l'occasione del viaggio per assorbire tutte le sensazioni e le emozioni possibili che gli riserva la loro nuova esperienza, parlano con gente sconosciuta, condividono le loro esperienza con persona che non hanno mai visto e cercano di cogliere la vera essenza della variegata popolazione che li circonda.Quello che mi ha amareggiato però è stato il fatto che a differenza del libo di Kerouac, che viene ritenuto una delle pietre miliari di quella cultura relativa alla "beat generation", in cui il protagonista è un giovane che cerca nuove esperienze, ottimista, aperto alla vita, che vede sempre davanti a sè un potenziale futuro. Nel film "stanno tutti bene" il protagonista è un uomo che si avvia verso il tramonto della sua vita e cerca di risolvere delle problematiche che ha lasciato da parte per tutta la sua vita, ed i giovani rappresentati nel film, che sono uno specchio che può essere anche fedele alla realtà, sono molto molto lontani dai loro coetanei degli anni 50-60.La "beat generation" si è trasformata nella "bit generation" c'è sempre un senso di sconfitta in entrambi i casi, ma oggi i giovani hanno perso la visione ottimistica del futuro. Ormai conta solo il presente, conta quanti contatti riesci ad avere sulla tua rubrica di posta elettronica, quanti amici virtuali riesci ad avere sui vari social network e conta quanto riesci ad essere on-line, che sia con un notebook, un netbook, un palmare, un cellulare, un tablet... Il presente è importate, ma sarebbe bello poter avere la stessa certezza, o speranza, che avevano i ragazzi di 50 anni fa rispetto ad un futuro migliore con pace e benessere per tutti.Io non sono più un giovane in senso stretto, ho 36 anni lavoro da più di dodici e spero ancora che le cose possano cambiare, faccio la raccolta differenziata perchè penso che sia giusto e perchè ho fiducia che se non è oggi, se non è domani, un giorno servirà veramente a qualcosa, cerco sempre di evitare di stampare documenti o e-mail e se devo scegliere se comprare fazzoletti "normali" o fatti con carta riciclata scelgo questi ultimi anche se costano di più. Insomma faccio quei piccoli gesti quotidiani che potrebbero servire a migliorare il rapporto con il nostro amato pianeta, e sapete sopratutto perchè faccio queste cose? Perchè ho ancora fiducia nel futuro, voglio costruire un futuro migliore per tutti, in cui ci siano risorse energetiche rinnovabili per tutti e dove tutti possano avere un posto dove vivere liberi e del cibo per poter vivere sani. Noi tutti sappiamo che ora non è così, ma se togliamo ai giovai la speranza nel futuro, la visione del futuro, noi togliamo la vita a tutto ciò che noi siamo. Non si può tollerare di sentire giovani che se ne fregano delle energie rinnovabili perchè tanto per loro il petrolio ci sarà ancora, per quelli che vengono dopo Dio provvede... O ascoltare discorsi di diciottenni che pensano solo a come cercare di fregare il prossimo "perchè tanto sennò il prossimo mi frega a me". Dobbiamo lottare tutti per cambiare la situazione, scrivo mentre sto ascoltando un pezzo che si intitola "NON CROLLO": Non crollo, mi stringono per il collo stanno strangolandomi impedendomi il decollo. E' questo il motivo per cui non mollo....-E' così che mi sento, vedo il qualunquismo e l'approssimazione che mi circondano, gente abbigliata con abiti color "fastidio" e tutto questo mi opprime, ma ci sono volte che magari qualcuno ti scrive una mail, o leggi un post su un blog qualunque e ti rendi conto che non sei solo a pensare certe cose, il lato positivo della "bit" generation è anche questo....